Artropodi
Con gli artropodi si entra certamente nel gruppo tassonomico quantitativamente più rappresentativo della fauna ipogea. Anche sul piano della variazione dimensionale, comunque, gli artropodi che vivono nel suolo detengono un primato non indifferente, come documentato dal fatto che la loro lunghezza passa dalle poche decine di µm degli acari più minuscoli, alle svariate decine di mm dei miriapodi più lunghi. In linea generale, i gruppi di artropodi più rilevanti sono individuabili nei già citati acari, nei collemboli (insetti apterigoti), nei miriapodi e negli araneidi. In relazione alle caratteristiche degli ambienti studiati, tuttavia, possono risultare particolarmente rappresentati anche altri gruppi di artropodi, come per esempio gli pseudoscorpioni, gli isopodi (porcellini di terra) e diversi insetti forniti di ali come i coleotteri, i ditteri e gli imenotteri. In considerazione dell’ampia gamma di artropodi residenti nel suolo, è impossibile individuare una loro caratteristica trofica dominante che sia in grado di identificarli in un unico ruolo ecologico. In altre parole, l’artropodofauna del suolo è così ricca, sia in termini tassonomici sia in termini morfologici, che i modi di vita e le abitudini alimentari delle varie specie arrivano praticamente a coprire l’intero spettro di nicchie ecologiche che questo ambiente mette a disposizione. Per esempio, nell’ambito degli aracnidi, gli scorpioni, gli opilionidi e gli pseudoscorpioni sono tutti predatori; tuttavia, molti acari (anch’essi aracnidi) sono detritivori, così come lo sono gli isopodi (crostacei). Fra i miriapodi, esistono numerose forme erbivore, come i sinfili, mentre la maggior parte dei chilopodi e dei diplopodi sono rispettivamente predatrici e detritivore. Se poi si guarda agli insetti, le possibilità sono pressoché infinite, con gruppi come gli ortotteri, totalmente erbivori, e gruppi come i dipluri, che invece sono per lo più predatori. Fra questi due estremi, inoltre, si trova una fascia intermedia rappresentata da una vasta serie di artropodi la cui dieta è molto variabile. Basta infatti citare il caso dei coleotteri, per verificare quale grande diversità di regimi alimentari può regnare nell’ambito di un medesimo gruppo zoologico. Questo stesso ragionamento, peraltro, vale anche per gli imenotteri, gli emitteri e i ditteri.
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