Prevedere i terremoti
A parte le previsioni che possono essere fatte su base statistica, analizzando gli eventi storicamente avvenuti, i movimenti che generano un terremoto non sono in genere improvvisi, ma sono preceduti da una serie di segni premonitori che, se percepiti in tempo, possono aiutare a prevedere il verificarsi dell’evento. Purtroppo, però, questi sintomi sono spesso così flebili e rilevabili solo strumentalmente, da passare spesso inosservati. Inoltre, nessuno di questi è in grado di predire con esattezza la data e l’ora di un terremoto, cosa che rende molto difficile programmare gli allarmi e le eventuali evacuazione delle popolazioni, magari con mesi di anticipo. Non sono infrequenti i casi di allarmi lanciati con tempestivo, forse eccessivo, anticipo, poi rientrati perchè apparentemente infondati, e seguiti poi dal verificarsi dell’evento sismico preannunciato. A volte l’incertezza della previsione equivale ad una previsione negativa, in un campo dove il condizionale è sempre d’obbligo, così come dovrebbe esserlo la pazienza: chi di noi, infatti, sarebbe disposto ad abbandonare la propria abitazione e il proprio lavoro per qualche mese, perchè “forse” potrebbe verificarsi un terremoto nelle vicinanze?
Tra i segni premonitori più comuni e più “sicuri” vi sono aumenti di terremoti di piccola intensità, i cosiddetti microsismi, rilevabili solo strumentalmente, accompagnati da deformazioni della crosta, apertura di piccole fratture, movimenti lungo faglie a volte marcati da un aumento di piccole frane), alcune variazioni delle proprietà delle rocce, come un aumento della conducibilità elettrica dovuto alla formazione di microfratture, la liberazione di gas particolari, come il radon, sempre causata da microfratture, l’aumento del livello di falde idriche, ben rilevabile controllando i livelli dell’acqua nei pozzi. Il problema è che spesso questi fenomeni non si presentano insieme e quasi mai con intensità tale da richiamare l’attenzione, e, peggio ancora, moltissimi sismi di grande entità avvengono senza che si manifesti, almeno apparentemente, alcun sintomo precursore. Molti animali e anche alcune persone sono in grado di avvertire la prossimità di un terremoto, probabilmente perchè sensibili alle variazioni del campo elettromagnetico che precedono un terremoto, o perchè in grado di udire gli infrasuoni legati alla propagazione delle onde sismiche: qui, però, si entra nel campo delle “premonizioni” più che delle previsioni, per cui, in assenza di misure strumentali, risulta difficile fidarsi dell’inquietudine di Fido o dei pesci nella vasca del giardino: quanto gioca l’approssimarsi di un terremoto e quanto quello di un ignaro micio di passaggio?
Tutto questo rende assai difficile fare previsioni, soprattutto in termini precisi di ore o di giorni. In Cina uno dei maggiori terremoti mai avvenuti fu previsto con 5 anni di anticipo, ma questo non fu sufficiente per salvare le 250.000 persone che vi persero la vita, forse proprio per il largo, eccessivo anticipo con cui fu dato l’allarme.
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