Bolle nel ghiaccio
Le temperature dell’atmosfera intrappolata vengono ricavate studiando il rapporto tra isotopi pesanti dell’ossigeno, come 18O, e il più comune 16O, l’isotopo più diffuso. Il rapporto 16O/18O viene poi confrontato con la composizione di un campione standard di acqua marina, il cosiddetto SMOW (Standard Mean Oceanic Water), ricavandone la differenza, indicata con δ18O‰.
Il ghiaccio formato in un periodo freddo ha un contenuto in isotopi pesanti, come 18O, minore, e quindi un δ18O‰ negativo rispetto al ghiaccio formato con temperature più alte. Apposite tabelle permetto di ricavare le temperature medie dell’aria in funzione del valore di δ18O‰. Analisi di questo tipo su diverse carote in Antartide e Groenlandia hanno permesso, per esempio, di riconoscere, andando indietro nel tempo, la fine dell’ultima glaciazione, all’incirca 13.000 anni fa, e il suo inizio, risalente a circa 75.000 anni fa, separato da episodi glaciali più antichi da un periodo caldo, un interglaciale, tra 120.000 e 140.000 anni fa (dove la temperatura era di oltre 2 °C più alta dell’attuale, secondo quanto ricostruito nella carota di Vostok).
L’analisi della composizione chimica dell’aria intrappolata, invece, prende in considerazione, in particolare, i gas serra, come anidride carbonica e metano, considerati i responsabili principali di un riscaldamento globale. L’analisi delle carote mostra, in effetti, che il contenuto di questi gas è naturalmente più basso durante i periodi freddi, corrispondenti a periodi glaciali, e si innalza al contrario con l’aumentare delle temperature. E’ stato possibile, con lo studio di numerose carote, ricostruire l’andamento dei due principali gas serra nel tempo, identificando diversi periodi caldi e freddi.
Il dato più significativo di queste analisi è però il drammatico aumento di questi gas negli ultimi 200 anni, a partire dallo sviluppo delle attività industriali, con un incremento che non ha paragoni negli ultimi 160.000 anni. Dalla fine dell’ultimo episodio glaciale all’inizio dell’Olocene (un arco di tempo di circa 2-3.000 anni), la concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera è aumentata di 70 ppm, e lo stesso aumento è stato riscontrato dall’epoca preindustriale ad oggi (meno di 200 anni)!
I dati forniteci dai ghiacciai ci permettono quindi di ricostruire con grande dettaglio informazioni sul clima e sull’atmosfera del passato fondamentali per comprendere il funzionamento del sistema climatico del nostro pianeta, e nello stesso tempo suonano un campanello d’allarme che dovrebbe invitarci a riflettere e a prendere provvedimenti: sapremo sfruttare i “consigli” dei nostri ghiacciai?
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