Sfruttare il sottosuolo
Tutte le risorse del sottosuolo hanno la caratteristica di essere esauribili in tempi più o meno brevi. Anche le rocce e i minerali, quindi, non potranno essere estratti all’infinito dall’uomo. E anche per essi, come per l’energia, vale la raccomandazione di farne un utilizzo oculato, efficiente, privo di sprechi e soprattutto di incentivare e praticare, ove possibile, il riciclo dei materiali.
A parte la questione della disponibilità limitata delle risorse del sottosuolo, vi è un problema più generale e, in alcuni casi ben più importante, di inquinamento associato all’attività di estrazione. Infatti, tra le diverse attività dell’uomo che hanno un elevato impatto ambientale si può senz’altro annoverare quella legata all’estrazione di materiali litoidi (argilla, sabbia, ghiaia, pietrame, ecc.) effettuata nei corsi d’acqua, nelle pendici di montagna o in pianura. Molto spesso i proprietari delle cave abbandonano il luogo in situazioni degradate, al punto che esso non é più recuperabile. Da alcuni anni sono stati promossi diversi interventi, finalizzati al ripristino ambientale di queste cave. Lo scopo principale è il reinserimento dell’area in precedenza escavata nell’ambiente circostante, sia per quanto riguarda il paesaggio che per quanto riguarda la qualità delle acque e del suolo prossimi alla miniera, e che spesso risultano fortemente inquinati dall’attività mineraria di estrazione.
I migliori risultati di ripristino si ottengono se lo stesso piano di coltivazione della cava contempla fin dall’inizio il recupero dell’intera area, anziché attendere l’esaurimento della risorsa estratta e la dismissione dell’attività. Infatti, risulta molto più difficoltoso intervenire a posteriori. Le opere di ripristino devono essere realizzate, per quanto possibile, parallelamente ai lavori di escavazione e non rimandate al termine della coltivazione. Per fare ciò si possono utilizzare le stesse macchine ed attrezzature del cantiere con evidente contenimento dei costi.
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