La successione ecologica
La storia di un ecosistema, dalla nascita alla maturità, si chiama successione ecologica. La successione ecologica, in pratica, è una sequenza continua di modificazioni delle componenti biotiche e abiotiche di un’area; si arriva così ad un ecosistema stabile (quello che viene definito “climax“) caratterizzato da un equilibrio tra le sue diverse componenti, ovvero, nessuna prevale sulle altre decretandone l’estinzione. La sequenza delle comunità che via via si sostituiscono nell’ecosistema è detta “serie” e sono definiti “stadi seriali” le diverse fasi di transizione. In alcuni casi, le popolazioni stesse modificano l’ambiente in cui vivono e causano la loro stessa estinzione a vantaggio di altre specie di organismi. Esempi di questo processo evolutivo si possono facilmente trovare in natura, dove la formazione di ogni nuovo ambiente (dovuta all’incendio di un bosco, alla deviazione di un corso fluviale, ad un campo agricolo abbandonato, ecc.) determina inizialmente la diffusione di organismi definiti “pionieri”, cioè che sono in grado di crescere nonostante le difficili condizioni della zona (scarsa presenza di nutrienti). L’attività vitale di questi primi organismi modifica l’ambiente, creando nuove condizioni che sono favorevoli per altri organismi più esigenti. Questi ultimi si sviluppano causando spesso l’eliminazione degli stessi organismi pionieri.
Per capirci meglio
Ad esempio, muschi, licheni ed erba sono spesso specie pioniere su lava solidificata o substrati rocciosi. Tali organismi sono infatti in grado di frantumare i substrati rocciosi per estrarne i minerali necessari alla loro sopravvivenza. Inoltre, una volta morti, essi forniscono quel materiale organico che, decomponendosi, diviene “suolo” utilizzato da specie vegetali che si insediano in un momento successivo per alimentarsi e per accrescersi. Un esempio di successione ecologica è ciò che avviene sulle dune sabbiose: le prime specie vegetali che si insediano sono molto adattabili e in grado di utilizzare la modestissima disponibilità di sostanze nutrienti. Queste prime specie pioniere fissano, con il loro apparato radicale, la sabbia rendendo le dune più stabili. Inoltre, una volta morte, rimangono sul terreno e lo arricchiscono di materia organica derivante dalla loro decomposizione. Si crea così un ambiente più ricco e quindi più adatto a sostenere la vita di organismi più esigenti che soppiantano gradualmente quelli pionieri; la composizione in specie diviene via via più diversificata e si instaurano processi naturali di alimentazione e competizione sempre più complessi.
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