Le correnti a getto
Le correnti a getto sono particolari evoluzioni dei venti in quota. Sono correnti d’aria in rapido movimento a causa di differenze di pressione dovute a differenze di temperatura in corrispondenza di incontri di grandi masse d’aria. Sono state scoperte casualmente durante la Seconda Guerra mondiale da aerei americani in volo verso il Giappone. La velocità minima per definire una corrente a getto è 50 nodi, circa 90 km/h, tuttavia le correnti a getto in genere hanno velocità molto superiori, tra i 160 e i 250 km/h, con punte massime di 320 km/h. Sono in genere più sostenute durante l’inverno, perchè le differenze di temperatura sono più evidenti. Si formano a quote di circa 10-14 km.
Tendono a formarsi ai confini tra masse d’aria calda e fredda, lungo i cosiddetti fronti: in queste zone si producono nette variazioni nella pendenza delle superfici isoterme e isobariche e proprio lungo queste superfici i venti tendono a muoversi con maggiore velocità. Le correnti a getto circondano il globo, formando una sorta di “cinture” intorno al pianeta, seguendo i paralleli. L’andamento, non rettilineo, provoca moti discendenti verso le zone equatoriali (saccature d’onda) e moti ascendenti verso i poli (promontori d’onda). Promontori e saccature si spostano e variano in continua evoluzione.
Gli effetti delle correnti a getto
Nel nostro emisfero, in inverno le correnti a getto principali sono due: la corrente a getto del fronte polare, sopra al Canada e agli Stati Uniti settentrionali, e la corrente a getto subtropicale, localizzata sopra al Messico settentrionale. Entrambe si muovono verso da W verso E. Una terza corrente, che si muove da E verso W, si forma invece in estate sopra Africa e India ed è in parte responsabile del monsone estivo. Nell’emisfero australe invece sono presenti soltanto due correnti a getto occidentali.
Le correnti a getto influenzano la navigazione aerea, rendendo lo stesso percorso più o meno rapido a seconda che si stia viaggiando controcorrente o a favore di vento: il volo di ritorno dagli Stati Uniti verso l’Italia è in genere più breve di un’ora circa rispetto al volo di andata.
Ma la grande importanza delle correnti a getto risiede nella loro influenza sul clima. In corrispondenza delle saccature d’onda, si formano infatti zone di alta pressione, in corrispondenza delle cosiddette convergenze, zone dove la velocità del flusso rallenta: per effetto Coriolis, queste sono trasformate in celle anticicloniche, con clima secco e bello al suolo. In corrispondenza dei promontori d’onda, invece, si crea una bassa pressione, in corrispondenza delle cosiddette divergenze, zone dove la velocità del flusso accelera: queste zone sono trasformate invece in celle a circolazione ciclonica, apportatrici di perturbazioni al suolo.
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